La mafia contro gli scout di via Ramacca. Perché temono dei ragazzini?
“La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.”
Forse il 19 Gennaio scorso Paolo Borsellino avrebbe compiuto 80 anni se non avesse fatto di questa frase un impegno personale nei confronti della realtà che lo circondava.
Ma può anche darsi che oggi non avremmo avuto la consapevolezza che esiste una realtà mafiosa e che bisogna combatterla tutti i giorni nel quotidiano.
Consapevolezza che purtroppo hanno nuovamente sperimentato, il gruppo scout Ramacca 1.
Nell’omonimo paese in provincia di Catania gli scout avevano ricevuto in gestione come bene confiscato alla mafia un terreno e un immobile da trasformare nella loro sede.
Avevano deciso di trasformarlo in un luogo di legalità, portando alla luce ciò che fino a quel momento aveva solo visto l’oscurità della malavita.
Ma proprio nella settimana che ci avvicinava alla ricorrenza in ricordo di Paolo Borsellino, la loro sede ha subito atti vandalici, per la seconda volta da quando gli è stata affidata.
Sorge spontanea una domanda.
Perché dei ragazzi con un fazzolettone al collo possono impaurire o solamente dar fastidio ad un’organizzazione, come quella mafiosa, che ha radici solide e apparentemente indistruttibili?
Semplice: i mafiosi hanno paura delle persone che scelgono di vivere in modo diverso
I mafiosi hanno paura delle scelte

La domanda sta in ciò che lo scoutismo riesce a donare: una scelta.
Sta nella scelta di essere cittadini attivi, pensando fin da quando si è piccoli lupetti, a cosa vuol dire fare la propria parte per costruire una società di valori.
Valori come l’accoglienza incondizionata, la fratellanza, il rispetto del prossimo e di tutto ciò che ci circonda.
La scelta di essere cittadini consapevoli ed informati del mondo in cui viviamo, delle realtà difficili con cui, a volte, siamo chiamati a scontrarci.
In sunto, lo scoutismo è scomodo perché porta consapevolezza e voglia di conoscenza.
Perché la mafia lo sa, nessuno può essere più controllabile quando è libero, quando gli può essere proposta una scelta.
Prendiamo esempio dagli scout del Ramacca 1 e imponiamoci ogni giorno una scelta.
Scegliamo di vivere nella legalità, solo così non saremo mai succubi al compromesso mafioso.
Di non farci sopraffare dall’odio. Perché una società unita, è una società più forte e meno penetrabile dai tentacoli della vita malavitosa.
Di non essere semplici abitanti dei nostri paesi, città o nazioni, ma di essere cittadini capaci di esprimere con senso critico un’idea.
Ecco perchè la mafia va contro gli scout di Via Ramacca.
Scegliamo di batterci
Come ci insegna Pier Santi Mattarella, può esistere una politica pulita.
Può esistere la mancanza di rassegnazione e la voglia di riscatto sociale di cui la mafia teme le conseguenze.
Facciamo in modo che gli scout di Ramacca non siano come una bella stella da ammirare nella notte per poi dimenticarcene l’esistenza la mattina dopo.
Prendiamo esempio da loro, prendiamo esempio da tutti quelli che hanno combattuto la mafia, agiamo nel nostro piccolo, nei nostri luoghi di lavoro, nelle nostre università.
Combattiamo la raccomandazione, incentiviamo la meritocrazia.
Lottiamo contro l’ignoranza, incentiviamo la cultura.
Battiamo l’odio e il razzismo, incentiviamo l’accoglienza e l’uguaglianza.
Le fondamenta sono state già costruite e consegnate ben solide da chi ha dato la vita per estirpare la criminalità mafiosa dalla società.
Se la mafia va contro gli scout di Via Ramacca. Noi, con loro, siamo pronti a costruire città di legalità.
Studi al Politecnico di Torino? Vieni a conoscerci.