La stampa nazionale ha rivelato la notizia di un arresto politico avvenuto in Egitto lo scorso giovedì.

Patrick George Michel Zaki Soleyman è un cittadino egiziano, iscritto al master “Letterature moderne, postcoloniali e comparate: studi di donne e di genere” dell’Università di Bologna.

Venerdì scorso stava rientrando nella sua città, Mansoura, per un breve periodo di vacanza. Al suo arrivo Al Cairo però Patrick è stato prelevato dai servizi segreti.

Trasferito a Mansoura, lo hanno interrogato, picchiato, torturato con cavi elettrici e trattenuto. Il giorno successivo, in tribunale, Patrick ha scoperto di essere accusato di aver “pubblicato notizie false” sui social network allo scopo di minare la pace sociale e incoraggiare proteste antigovernative, come riferisce un articolo de Il Post.

PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI!⚠️ Come riportato dalle principali testate italiane e internazionali, l’attivista egiziano…

Pubblicato da Primavera degli Studenti su Sabato 8 febbraio 2020

Pare che su Patrick George Zaki pendesse un mandato di cattura addirittura dallo scorso settembre, ma lui non ne aveva la minima idea.

Un arresto politico in un Paese autoritario

Le informazioni su Patrick George Zaki arrivano dall’associazione per cui lavora, la Egyptian Initiative for Personal Right (EIPR). Patrick lavora in particolare come ricercatore sulle tematiche di genere.

Inoltre, si è speso sui social network in campagna elettorale contro l’attuale “presidente” dell’Egitto, cosa che probabilmente gli ha procurato la persecuzione da parte del governo e delle forze egiziane.

L’Egitto è scivolato in un vortice di autoritarismo e limitazione delle libertà personali dal golpe del 2013, quando l’esercito ha destituito l’allora presidente Morsi in seguito a una serie di manifestazioni di piazza.

Da allora Al-Sisi, che proviene dai quadri militari, si è progressivamente imposto come uomo forte dell’Egitto.

Nel 2014 ha vinto le elezioni contro Ḥamdīn Ṣabāḥī, ottenuta con il 96,91% dei voti.

Da allora Al Sisi ha represso notevolmente le opposizioni, in particolare quella dei Fratelli Musulmani e degli intellettuali “scomodi”. Sostiene invece di volersi adoperare per la piena libertà di religione nel Paese.

A livello internazionale il presidente viene visto come “baluardo” contro le infiltrazioni jihadiste all’interno del Paese, cosa che ha portato numerosi governi occidentali a ignorare le evidenti violazioni dei diritti umani.

Patrick George Zaki: si teme un nuovo caso Regeni

Amnesty International, noi studenti e numerose organizzazioni hanno già espresso il loro timore: quello che il caso di Patrick George Zaki possa trasformarsi in qualcosa di molto simile al caso Regeni.

Giulio venne rapito, torturato e ucciso tra il gennaio e il febbraio del 2015. L’omicidio non ha ancora una soluzione, ma tutti i sospetti portano ai servizi segreti egiziani.

L’accanimento contro i ricercatori è preoccupante. Indica la chiara volontà del governo di mettere a tacere non solo le voci dissidenti, ma anche i resoconti di chi studia la realtà egiziana dopo le grandi trasformazioni degli ultimi anni.

Come studenti, noi di RUN insieme alla nostra associazione nazionale Primavera degli Studenti, faremo pressione perché questa vicenda non si concluda come quella di Giulio.

Primavera cercherà di coinvolgere il CNSU per ottenere un impegno attivo da parte dello Stato italiano nel seguire la vicenda, perché sia ripristinato il rispetto dei diritti umani.