Come fare per votare al referendum se sei in Erasmus? Ma sopratutto, davvero c’è un referendum? Ebbene sì, ed è quello che vedremo tra poco.
NB: se conosci già il testo del referendum e vuoi leggere come muoverti per poter votare dall’estero scorri verso il basso.
Il 29 marzo si terrà un referendum costituzionale sul “taglio del numero dei parlamentari“.
Si tratta fondamentalmente di un referendum confermativo della legge che modifica gli articoli 56, 57 e 59 della nostra Costituzione.
In sostanza, le modifiche riguardano il numero di scranni destinati a ospitare i nostri parlamentari.
Pur trattandosi di una modifica alla carta costituzionale il ricorso al referendum non era un passaggio obbligato, ma si è reso necessario in quanto il Parlamento non ha raggiunto la maggioranza qualificata per “blindare” le modifiche.
La proposta prevede un taglio da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori. In proporzione alla popolazione questo significa un cambio nei rapporti tra parlamentari e cittadini, in particolare:
- Si passa da un deputato ogni 96000 cittadini circa a uno ogni 150000
- Si passa da un senatore ogni 188000 cittadini a uno ogni 300000
In quanto referendum confermativo non è previsto un quorum, ovvero una soglia minima di partecipanti che rendano valida la votazione.
Secondo il promotore della legge Riccardo Fraccaro (Movimento 5 Stelle), la principale ragione di un sì al referendum è rappresentata dal risparmio economico, stimato a 100 milioni di euro all’anno.
Le ragioni del No sono state portate avanti fin da subito da Più Europa e alcuni giuristi. In particolare si ritiene che il calo del numero di parlamentari in rapporto alla popolazione totale comporti un calo di rappresentatività. Sostengono anche che il risparmio economico, equivalente a circa 1,30 euro a cittadino, non valga la perdita di rappresentanza.
Un ulteriore problema, di tipo più tecnico, è rappresentato dal fatto che se la riforma passasse il Parlamento dovrebbe elaborare una nuova legge elettorale che ridisegni i collegi elettorali.
Come fare per votare dall’estero
Se ci stai leggendo da un altro Paese in cui ti trovi per un periodo superiore ai tre mesi per motivi di lavoro, studio (in Erasmus magari) o salute puoi esercitare il tuo diritto di voto dall’estero.
Ti è sufficiente inviare via mail la dichiarazione di voto all’estero al tuo comune di residenza.
Insomma non devi far altro che compilare il modulo che puoi trovare a questo link e inviarlo al tuo comune.
La scadenza per inviare è fissata al 26 febbraio. Save the date!
E per votare da fuori sede?
Per qualche assurda ragione tecnica ma anche per una scarsa attenzione da parte della politica negli anni, votare da fuori sede è complesso.
Noi di Run sottoscriviamo appieno la battaglia che Primavera degli Studenti sta portando avanti con il governo, ovvero trovare una soluzione che permetta agli studenti di votare nel comune di domicilio.
La campagna si chiama #votodovevivo, ed è uno dei principali campi di azione di Primavera: a ogni tornata elettorale il problema si ripresenta sempre uguale e costringe a utilizzare soluzioni tampone come il ricorrere alla delega come rappresentante di lista.
Una proposta di legge a firma Marianna Madia cercava di risolvere il problema, ma l’iter parlamentare è rimasto alla sua fase embrionale.
In tempi più recenti, Giuditta Pini ha ripreso il tema con una interrogazione parlamentare proprio in occasione dell’avvicinarsi del referendum del 29 marzo.
Speriamo che il governo si adoperi per porre rimedio a questo annoso problema, che diventa ancora più semplice da risolvere nel caso di consultazioni referendarie per le quali non ci sono da considerare collegi o ripartizioni territoriali.