Il diritto all’istruzione è uno dei pilastri di una società che vuole dirsi giusta.

Una bambina, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo

Malala Yousafzai

In questi ultimi anni la percentuale mondiale di bambini e di giovani tra i 6 e i 15 anni che non vanno a scuola è diminuita.

Oggi l’11,5 % dei bambini in età scolare – pari a 123 milioni – non frequenta la scuola mentre nel 2007 la stessa percentuale era del 12,8% – ovvero 135 milioni.

Dei 123 milioni di bambini che non frequentano le scuole, il 40% vive nei paesi meno sviluppati e il 20% in
zone di conflitto.

Diritto all’istruzione: le guerre

Le guerre, come si può bene immaginare, contribuiscono al rovesciamento dei progressi fatti nel campo dell’istruzione.

I conflitti in Iraq e Siria si sono tradotti in altri 3,4 milioni di bambini che non seguono percorsi scolastici,
aumentando notevolmente il numero dei bambini fuori dalle scuole nel Medio Oriente.

Anche nel resto dell’Asia, ad esempio in Pakistan, il livello di istruzione è carente.

Capita soprattutto per le bambine, a causa di una cultura patriarcale spesso complice o incapace di affrancarsi dai pregiudizi sociali.

I paladini del diritto all’istruzione: Malala Yousafzai

Tutto ciò è raccontato in modo molto approfondito nella biografia di Malala Yousafzai, una giovane attivista pakistana che all’età di 11 anni è diventata celebre per il blog, da lei curato per la BBC, nel quale documentava il regime dei talebani pakistani. Regime patriarcale e avverso ai diritti delle donne che aveva messo in atto l’occupazione militare del distretto dello Swat.

Il 9 ottobre 2012 è stata gravemente colpita alla testa da uomini armati saliti a bordo del pullman scolastico su cui lei tornava a casa da scuola.

Ricoverata nell’ospedale militare di Peshawar, è sopravvissuta all’attentato dopo la rimozione chirurgica dei proiettili.

Il 10 ottobre 2014 è stata insignita del premio Nobel per la pace assieme all’attivista indiano Kailash Satyarthi, diventando con i suoi diciassette anni la più giovane vincitrice di un premio Nobel.

I paladini del diritto all’istruzione: Iqbal Masih

Un altro paladino, divenuto martire del diritto all’istruzione, è stato Iqbal Masih.

Iqbal è un simbolo della lotta contro il lavoro minorile e per l’alfabetizzazione dei bambini, morto assassinato dalla “mafia dei tappeti”.

In Palestina invece, il diritto ad andare a scuola è soppresso dalle autorità israeliane.

Khan al Ahmar è un piccolo villaggio costruito tra le pozzanghere e la sabbia palestinesi, abitato da beduini che resistono alle minacce dei coloni israeliani.

Khan al Ahmar è un pezzo di cielo, di terra palestinese, un angolo dimenticato e tormentato.

Una scuola di gomme

Non tutti bambini del mondo hanno la possibilità di scegliere una scuola, ma qui oltre cento bambini poveri hanno oggi una scuola.

La chiamano la “Scuola di Gomme” perché è stata costruita dagli abitanti usando oltre 2.200 vecchi pneumatici riempiti di sabbia per fare fronte al divieto delle autorità israeliane di realizzare costruzioni in muratura in determinate aree.

Muri di gomma che proteggono la cultura, muri che le autorità israeliane vogliono abbattere, muri che resistono alla prepotenza del governo.

La scuola di gomme è diventata un vero e proprio simbolo, è riuscita a restituire autostima, dignità e istruzione ad una comunità intera.

C’è una parte d’Italia in questa scuola, costruita grazie all’impegno del Consolato italiano e di Vento di Terra, ONG che da sempre è impegnata nella costruzione di scuole nei più remoti paesi del mondo.

E lo fa con quello che trova. Vecchi copertoni buttati. Raccolti, riempiti di fango e sabbia, trasformati in una scuola che ridà speranza villaggio intero.

Una scuola simbolo della lotta non solo contro la prepotenza ma soprattutto contro coloro che vorrebbero uomini e donne diventare schiavi della loro ignoranza.

L’orribile progetto di demolizione della scuola è temporaneamente bloccato. Ma non c’è niente di certo.

Ai Palestinesi non importa con cosa saranno costruite le scuole e quanto siano comode o gradevoli. Perché le scuole tengono accesa la speranza di trovare un po’ di serenità tra i libri.

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