Torna la rubrica sportiva del nostro Mattia Lasio. Ancora atletica leggera, di nuovo corsa, di nuovo la Sardegna per un dialogo con uno dei suoi atleti più longevi
‘’Ora non è il momento di pensare a quello che non hai. Pensa a quello che puoi fare con quello che hai’’. Queste sagge considerazioni sono contenute all’interno di una delle opere letterarie da cui non si può prescindere per la propria formazione umana e culturale intitolata Il vecchio e il mare – risalente al 1952 – pezzo da novanta del Premio Nobel Ernest Hemingway. E non vi è nulla di meglio che fare propri gli insegnamenti trasmessi dalla letteratura applicandoli alla vita quotidiana. Stefano Floris, classe 1979, è uno degli atleti sardi più forti da oltre dieci anni, che pur non praticando a tempo pieno l’atletica è riuscito con i mezzi a sua disposizione a realizzare dignitosissime prestazioni: ottima ed elegante la sua tecnica di corsa, dotato di un ottimo spunto veloce e di una solida resistenza, sinceramente appassionato all’atto del correre, costante nell’allenarsi con impegno e passione seppur non sempre le circostanze siano favorevoli per uno sportivo, si è ritagliato in molteplici manifestazioni durante la sua carriera un ruolo da protagonista negli appuntamenti principali del calendario regionale, nel quale è possibile trovare in più di una occasione la sua ‘’firma’’ ben visibile.
«Nonostante tutto, nonostante le difficoltà nelle quali inevitabilmente tutti noi siamo incappati a causa della pandemia, sto bene e mi sento abbastanza soddisfatto per ciò che sono riuscito a fare durante il lockdown». Il modo di parlare di Stefano Floris, incontrato nell’incantevole scenario del Lungomare Poetto alla fine del mese di luglio, teatro di tanti allenamenti e chilometri, è pacato ma al contempo vivace, dal quale traspare una grande umiltà, una umanità non da tutti e una notevole passione verso l’atletica leggera e la consapevolezza della valenza insita nell’atto del correre. Una valenza che ha fatto e continua sempre più a fare sua, riuscendo, nonostante il tempo che scorre e i tanti impegni lavorativi e familiari a cui chiaramente non ci si può sottrarre, ad essere una figura di primissimo piano nel panorama regionale e a realizzare prestazioni cronometriche di tutto rispetto (1’59’’51 sugli 800m, 3’59’’12 sui 1500m, 8’35’’47 nei 3000m, 15’02’’21 sui 5000m realizzato in una piovosa domenica di maggio 2012 durante i campionati regionali assoluti di società in cui andò a precedere – sulla veloce pista di Oristano -atleti di spessore quali il campione italiano universitario Giuseppe Mura e il campione italiano under 23 sui 10km in strada Mattia Scalas) che, con un pizzico di fortuna in più e una gara ‘’tirata’’a dovere, possono ulteriormente essere abbassati.

«Sono reduce da una gara molto importante per il sottoscritto – esordisce Stefano Floris, fisicamente tirato al punto giusto, elemento che fa capire l’ottimo stato di forma nel quale si trova attualmente – ovvero la Cronometro del Trasimeno del 26 luglio 2020 nella quale sono riuscito a realizzare il tempo di 15’11 sulla distanza dei 5 chilometri su strada. Ciò che mi interessa sottolineare riguardo questa positiva esperienza, a prescindere da qualsiasi responso cronometrico di cui posso comunque ritenermi abbastanza soddisfatto, sono le sensazioni provate dopo tanti mesi di inattività agonistica forzata a causa delle dovute e necessarie misure restrittive imposte dalla emergenza del Covid-19. Indubbiamente, presentarsi ai nastri di partenza dopo parecchio tempo, la mia ultima gara è stata infatti la Mezza Maratona di Verona in cui ho realizzato il mio primato di 1h09’56’’ e che non nascondo mi abbia dato una grossa carica e nuova verve, è stato un qualcosa di speciale, una emozione non da poco. Ho vinto la mia batteria, costituita da sei atleti, giungendo poi quarto classificato nella classifica finale. Superata la iniziale sensazione di stranezza dettata da una non consueta partenza esigua in una gara su strada, il ritmo è stato subito sostenuto grazie ad una partenza veloce intorno ai 2’55 a chilometro. In gara stavo bene, sono riuscito a correre rilassato e a rimanere lucido nonostante la velocità fosse molto buona. Le sensazioni da me provate erano ottime, così ai 4000m ho allungato per testare le condizioni dei miei diretti avversari. Sulla mia scia è rimasto un bravo podista di nome Fabio Conti, tesserato per l’Atletica Winner Foligno il quale, intorno ai 300m conclusivi, quando ho lanciato lo sprint finale si è staccato giungendo alle mie spalle distanziato di una manciata di secondi. La cronometro del Trasimeno è stata la concretizzazione di un buon periodo di preparazione che ho affrontato specialmente nel mese di maggio e giugno: mi alleno da solo da circa quattro anni e, data la situazione particolare nella quale ogni atleta si è trovato nel periodo successivo alla quarantena, ho deciso di fare una sorta di ‘’seconda preparazione invernale’’, introducendo i pesi, parecchie sedute di fartlek e una immancabile seduta di ‘’medio’’ – allenamento classico per ogni mezzofondista e fondista – durante cui sono arrivato a correre anche 15 chilometri a ritmo sostenuto e in costante progressione. Dopo questa seconda fase di costruzione, fondamentale per il sottoscritto, ho iniziato a ridurre i carichi di lavoro, velocizzando le mie sedute di allenamento e riducendo il chilometraggio, dando però maggiore importanza alla qualità dei ritmi di allenamento. Nel mese di luglio mi sono accorto di stare più che discretamente, grazie alla cospicua fase di preparazione a cui mi sono sottoposto: poco prima della cronometro, per l’appunto, ho deciso di mettermi alla prova in un corto veloce proprio qui nel Lungomare Poetto, per il sottoscritto teatro di tanti allenamenti da parecchi anni, durante il quale ho compreso di poter correre in maniera agile su tempi più che dignitosi».

«Sono tanti gli anni, oramai, che pratico questo magico sport che è l’atletica – conclude Stefano Floris – ho cominciato grazie alle gare studentesche intorno al 1999 e da quel momento non ho mai smesso, seppur tra alti e bassi, di praticare la mia passione. Le figure nel mio percorso si sono rivelate tutte importanti, dal mio primo allenatore Franco Marcello, a Piero Ligas – attuale primatista sardo dei 5000m – a Giulio Muzzolon, bravo allenatore padovano da cui sono stato seguito durante la mia permanenza presso l’Esperia, storico team nel quale militavano anche altri due bravissimi mezzofondisti sardi quali Giuseppe Mura e Gabriele Motzo, entrambi vincitori del titolo italiano universitario sui 5000m in pista, a Ferdinando Vicari, il quale oltre ad essere stato per anni il mio tecnico è ancora oggi uno degli amici più cari che ho la fortuna di avere accanto a me. L’atletica per il sottoscritto va ben oltre il semplice fattore agonistico, ogni tipologia di confronto, ogni rivalità ed è inevitabile sia così. L’atletica per me è uno stile di vita ben preciso e radicato dentro di me che mi accompagna da un ventennio giornalmente. L’atletica è estremamente formativa dal punto di vista umano, aiuta a capire meglio ciò che si ha dentro se stessi e permette di gestire la propria persona in maniera sempre migliore e più consapevole».
41 anni sulle spalle, due figli, impegni lavorativi che anziché una limitazione rappresentano un incentivo per mettersi costantemente alla prova, per confrontarsi con chi è più giovane e ha meno anni sulle spalle. Stefano Floris – laureatosi, inoltre, presso il campo Coni di Cagliari campione regionale sui 5000m in pista dopo un avvincente duello con il giovanissimo e promettente junior Francesco Mei, allenato dal papà Gianni Mei anch’esso ottimo mezzofondista in passato – è un esempio di vera passione, un esempio di longevità atletica, nonché la dimostrazione che non esistono limiti quando si ha la giusta consapevolezza del proprio bagaglio personale, accompagnata da una tenacia capace di portare un individuo oltre ciò che si era prefissato, permettendogli così di conoscersi ancora meglio e di esplorare parti di sé e della propria personalità a cui non sarebbe mai giunto senza quel pizzico di, sana, follia, necessaria per praticare l’atletica leggera.
Chi la fa la legga
Mattia Lasio, cagliaritano classe 1995, è un laureato in lettere moderne. Appassionato di sport col sogno di diventare giornalista. Attualmente collabora con l’Unione Sarda. Gestisce il blog sportivo di corse tappe e qualcos’altro e quello di attualità La consuetudine che aspetti. Cura per il blog di Run Polito la rubrica sportiva “Chi la fa la legga”
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Immagine in evidenza: Foto di anncapictures da Pixabay
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