L’atletica è una di quelle discipline che, senza ombra di dubbio, non regala nulla. E’ necessaria costanza, dedizione, perseveranza e sopportazione del dolore. Non solamente il dolore dettato dalla fatica, ma anche – e ciò risulta decisamente più complesso – il dolore dettato da un infortunio, il dolore provocato dallo stare fermi obbligatoriamente a causa di ciò che esso comporta. C’è chi ha la tenacia di proseguire, nonostante tutto, nonostante i mille cavilli e chi – proprio come succede nella quotidianità dell’esistenza – depone le armi precocemente. Questo non è certo il caso di Sara Palmas – nata a Nuoro nel 1977, stesso anno di nascita di Claudia Pinna, altro fiore all’occhiello dell’atletica isolana – una delle mezzofondiste sarde più talentuose, forti e – per l’appunto – tenaci di sempre, capace di correre su ritmi elevatissimi e meritevole di essersi confermata ai vertici nazionali nonostante i ripetuti problemi e relativi infortuni ai tendini d’achille, vero e proprio cruccio per ogni podista. 29 titoli italiani nel suo ricco palmares, rappresentante di rilievo prima della gloriosa formazione del Cus Cagliari successivamente del gruppo militare dell’Esercito, prestazioni cronometriche di grande valore come 4’12’’13 sui 1500m, 2’04’’59 negli 800m, 9’27’’84 nei 3000m, il tutto accompagnato da una caparbietà e da una abnegazione che le hanno permesso di ‘’risorgere’’ dalle proprie ceneri quando tantissimi altri avrebbero gettato la spugna.

Sara Palmas ai campionati assoluti Indoor di Ancona 2009 [Foto Colombo/FIDAL]

«Ho cominciato a correre per caso, scoperta da Francesca Diana e dal mio primo allenatore Tommaso Podda che mi seguì quando militavo agli esordi nella Polisportiva Monte Gurtei Nuoro – esordisce la Palmas, raggiunta telefonicamente nel mese di agosto – anche se l’agonismo e il desiderio di mettermi alla prova sono sempre state due costanti della mia persona. Da bambina ero un maschiaccio, durante le scuole elementari giocavo spesso e volentieri a calcio, sport che cercai anche di praticare per un brevissimo lasso di tempo ma che non mi convinse dal punto di vista umano. I miei primi passi ‘’ufficiali’’ nell’ambiente dell’atletica si sono verificati in un appuntamento classico che ha contribuito a ‘’lanciare’’ nell’atletica di livello tante figure di valore: i Giochi della Gioventù. La mia prima gara fu una corsa campestre, nella quale giunsi in seconda posizione nonostante non stessi benissimo, a causa di una febbre sopraggiunta qualche giorno prima della competizione».

«La figura indubbiamente più importante della mia carriera – prosegue nella sua narrazione Sara Palmas – è stata per la sottoscritta quella del Professor Nardino Degortes, tra i tecnici maggiormente competenti e preparati per ciò che concerne il settore del mezzofondo e del fondo. Conobbi Nardino Degortes intorno ai vent’anni d’età, durante uno dei raduni della nazionale italiana che si svolgevano a Tirrenia. Da quel momento in poi abbiamo dato vita ad un sodalizio felice e duraturo, nonostante le difficoltà e le circostanze tutto fuorché semplici che ci siamo trovati ad affrontare nel corso degli anni. Circostanze difficoltose dettate dai svariati interventi che ho dovuto subire ai tendini d’achille sin dalla giovane età. Il Professore è stato di fondamentale importanza per il mio percorso, non solamente dal punto di vista atletico bensì anche per ciò che concerne l’aspetto umano. Siamo ancora oggi in ottimi rapporti e ci sentiamo di frequente.  Delle tante vittorie che abbiamo ottenuto insieme, dei tanti successi che abbiamo costruito con dedizione e pazienza, ricordo con gioia ed emozione il mio ultimo titolo italiano, durante lo svolgimento dei Campionati Italiani indoor del 2011 presso Ancona, evento durante il quale conquistai una insperata vittoria sui 1500m, precedendo atlete giovani e di primissimo piano quali Giulia Viola e Margherita Magnani.  Cominciai la preparazione invernale come di consuetudine intorno a fine settembre, con i canonici lavori di forza in palestra e la potenza aerobica. Per fare un po’ di distanza e mettere chilometri sulle gambe, gareggiai anche nella mezza maratona che si svolse ad inizio autunno in occasione di una delle prime edizioni della nota manifestazione Cagliari Respira. Durante il periodo della preparazione invernale l’apporto del Professor Degortes fu essenziale. Riuscì, infatti, a stimolarmi tantissimo nonostante io fossi molto titubante e non avessi buone sensazioni nello svolgimento degli allenamenti. Venivo dall’ultimo intervento ai tendini d’achille nel 2009, da cui non fu facile riprendersi. Evitavo il più possibile la pista, di per sé parecchio traumatica per la condizione dei tendini, prediligendo i morbidi sterrati della Comunità Montana nei pressi di Capoterra, nei quali mi allenavo abitudinariamente. La gara dei 1500m ai Campionati Italiani di Ancona nel 2011 fu corsa su ritmi blandi, poco sotto i 3’10 di passaggio ai mille metri. Una gara tattica, variante nella quale mi sono sempre trovata a mio agio e nella quale, negli ultimi 200m corsi quasi ‘’di prepotenza’’ per posizionarmi in prima posizione, ho potuto far valere lo spunto veloce di cui sono dotata e che mi ha permesso di scrivere una ultima e gioiosa pagina di sport della atletica sarda».

Campionati Societari di Corsa Campestre – Modena 2011 [Foto Donato Chiavatti]

Non ho alcun rimpianto per ciò che concerne la mia carriera sportiva – conclude serenamente Sara Palmas – sono riuscita ad ottenere tutto ciò che mi ero prefissata, dalle vittorie ai campionati italiani alle convocazioni in Nazionale. Detto francamente, però, un po’ di rammarico per i tanti e sgraditissimi interventi ai tendini d’achille è inevitabilmente presente, senza quelle problematiche avrei potuto ottenere risultati cronometrici ancora migliori, ma non importa ciò mi ritengo ugualmente felice e soddisfatta di ciò che ho realizzato.  L’atletica per me è stata nel vero senso della parola la mia vita, il mio tutto. Grazie a questo magnifico sport e all’ambiente pulito e sano che lo caratterizza ho costruito rapporti bellissimi che mi porto ancora appresso. Amicizie indelebili, strette durante i raduni con altre giovani promesse, nel corso delle molteplici competizioni e trasferte grazie alle quali ho avuto l’opportunità di conoscere persone importanti che tuttora fanno parte, fortunatamente, della mia quotidianità».

Straolbia 2012 [Foto Roberto Micheletti]

Luis Sepùlveda, elegante scrittore cileno scomparso in questo complesso 2020, scriveva nel suo capolavoro Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare: ‘’Vola solo chi osa farlo’’. Sara Palmas è una di quelle figure che ha osato volare, nonostante i tanti ostacoli incontrati durante il suo percorso, dimostrando che una forte tempra morale accompagnata dal coraggio possono andare ben oltre qualsiasi incidente e momento negativo.  Oltre qualsiasi difficoltà che la vita, immancabilmente, presenta spesso negli istanti meno adatti per saggiare la forza d’animo di una persona e la sua capacità di risollevarsi, nonostante tutto. Un tutto che, alla fine, non potrà mai scalfire la reale e sincera passione di chi ha dedicato al suo sogno anima e corpo.

Chi la fa la legga

Mattia Lasio, cagliaritano classe 1995, è un laureato in lettere moderne. Appassionato di sport col sogno di diventare giornalista. Attualmente collabora con l’Unione Sarda. Gestisce il blog sportivo di corse tappe e qualcos’altro e quello di attualità La consuetudine che aspetti. Cura per il blog di Run Polito la rubrica sportiva “Chi la fa la legga”

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Immagine in evidenza: Foto di FIDAL.it

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